Il viaggio a Reims
Agosto 2025 | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|
Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do |
Il viaggio a Reims
Dramma giocoso in un atto di Luigi Balochi
Musica di Gioachino Rossini
Trama
A Plombières, nell'albergo termale "Il Giglio d'Oro" sono radunati ospiti illustri che si preparano a partire insieme per Reims per assistere all'incoronazione di re Carlo X. Tra questi, le belle e capricciose dame dell'alta società, la contessa di Folleville, che "per le mode notte e dì delira", la vedova polacca Melibea e Corinna, una famosa improvvisatrice romana, corteggiate, con maggiore o minor successo, dai nobili della compagnia: il Grande spagnolo Don Alvaro, il conte russo Liebenskof, il console inglese Lord Sidney e il cavaliere francese Belfiore. Il barone tedesco Trombonok, fanatico della musica, e Don Profondo, fanatico di antiquariato, completano la compagnia.
Mentre fervono i preparativi per la partenza (introduzione: "Presto, presto! Su coraggio"), Madama Cortese, proprietaria dello stabilimento, dà ordine alla servitù di affrettare i preparativi per il viaggio (cavatina e cabaletta: "Di vaghi raggi adorno... Or state attenti badate bene, i forestieri presto sen vanno"). Arriva la notizia che il guardaroba della contessa di Folleville (tra cui i vestiti preparati per l'incoronazione) è andato perso in un incidente della diligenza che li trasportava, causando un momentaneo mancamento a quest'ultima. Mentre medico Prudenzio e il barone Trombonok discutono su come soccorrerla la contessa rinviene e accoglie con gioia la notizia che almeno l'amato cappellino si è salvato tra l'ilarità generale (aria e cabaletta: "Partir, oh ciel, desio... Grazie vi rendo, oh Dei!").
Entra Melibea assieme a Don Alvaro. I due sono sorpresi dal conte Liebenskof, follemente geloso, minaccia di sfidare lo spagnolo a duello (sestetto: "Sì, di matti una gran gabbia") ma gli animi si calmano quando si ode, fuori scena, la cantata di Corinna (cavatina: "Arpa gentil, che fida") che invita all'amore fraterno e auspica il trionfo della croce sulla mezza luna ottomana.
Nel frattempo Lord Sidney, come ogni giorno, fa recapitare in segreto dei fiori a Corinna, troppo timido per dichiararle il suo amore (scena e aria: "Invan strappar dal core... Dell’alma diva"). Entrata in scena, questa intuisce l'origine del pegno d'amore, e discute poi con la sua protetta Delia le notizie circa la guerra di liberazione greca. Rimasta sola, viene avvicinata dal donnaiolo Cavalier Belfiore che cerca di corteggiarla, ottenendo però un rifiuto scandalizzato (duetto: "Nel suo divin sembiante... Oh, quanto ingannasi").
Don Profondo, appassionato antiquario, che ha assistito alla scena, si prepara per il viaggio facendo l'ironico inventario degli effetti personali degli ospiti (aria: "Medaglie incomparabili"). Arriva però la notizia che non si trovano più cavalli per Reims. Dopo un momento di sbigottimento generale, la contessa, offrendo ospitalità alla compagnia, propone di partire il mattino seguente con la diligenza giornaliera per Parigi, dove si stanno allestendo grandi festeggiamenti per il re di ritorno da Reims (concertato per 14 solisti: "Ah! A tal colpo inaspettato... Tra dolci e cari palpiti").
Per la sera viene quindi organizzato un banchetto. Prima però, grazie all'intervanto del barone, Melibea e il conte Liebenskof si rinconciliano, dopo che questo le ha chiesto perdono per la sua gelosia (duetto: "D'alma celeste, oh dio!... Ah no, giammai quest'alma"). Infine, durante la festa, tra canti e balli, i convitati celebrano la famiglia reale improvvisando sugli inni delle rispettive nazioni e Corinna improvvisa sulle virtù di Carlo X (finale: "L'allegria è un sommo bene... Or che regna fra le genti... All'ombra amena").
Programma e cast
Direttore - ALESSANDRO MAZZOCCHETTI
Elementi scenici e Regia - EMILIO SAGI
Ripresa della Regia - MATTEO ANSELMI
Costumi - PEPA OJANGUREN
Luci - FABIO ROSSI
Interpreti
Allievi dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”
ORCHESTRA SINFONICA GIOACHINO ROSSINI
Produzione 2001, riallestimento
Diretta streaming
Teatro Rossini
Si tratta di un teatro a ferro di cavallo ("all'italiana") costruito nel 1637 come Teatro del Sole, ricostruito nel 1818 nella sua forma attuale e inaugurato da Gioachino Rossini, da cui prese il nome nel 1855. L'ultimo restauro è avvenuto nel 2002; dispone di 800 posti a sedere complessivi, palchi e platea dell'orchestra.